Quali sono le tipologie di tessuto più diffuse? Come conoscere i tessuti e riconoscere quelli più adatti alle tue esigenze? Ecco qualche info utile!

Quante volte, prima di effettuare un acquisto, soprattutto online, capita di  chiedersi come fare a riconoscere un tessuto di qualità? E poi, cosa si intende davvero per qualità nei tessuti di moda?

Certo, nell’articolo sulle etichette di un capo di abbigliamento sono riportate tutte le percentuali di composizione delle fibre, ma come è possibile interpretarla se alla base non c’è una vera e propria conoscenza delle caratteristiche di ciascun tessuto? I tessuti non sono tutti uguali e, di tipi di tessuti nella moda, ne esistono di minor o maggior pregio, anche a seconda della tipologia di processo produttivo dal quale nascono.

Ecco dunque una guida ai tessuti che cercherà di fornire tutte le informazioni più basilari, in modo da aiutarci nella scelta del tessuto che più fa al caso nostro, per uno shopping più consapevole!

Tipi di tessuto nella moda: caratteristiche e classificazione

La prima tipologia di classificazione dei tessuti che può essere fatta è quella a partire dai filati, che possono essere di origine naturale (vegetali o animali) e artificiale (dette anche sintetiche, perché prodotte dall’uomo attraverso trattamenti chimici).

I filati naturali sono derivati da materiali presenti in natura, le cui fibre vengono sottoposte a lavorazioni meccaniche, che non ne cambiano mai la struttura. I filati sintetici, al contrario, sono ottenuti mediante composti chimici di sintesi: entrate in commercio nella prima metà del secolo scorso, si sono affermate grazie alla possibilità di poter creare una vasta gamma di tessuti, in grado di soddisfare qualunque esigenza.

Ecco, di seguito, quello che potremmo definire un dizionario dei tessuti, per iniziare ad orientarsi tra i nomi dei tessuti più noti e la loro famiglia di origine.

  • Animale: alpaca; angora; cammello; cashmere; lana; lambswool; mohair; pelle; seta.
  • Vegetale: cotone; canapa; juta; lino; ramiè.
  • Artificiale: viscosa, rayon.
  • Sintetica: acrilico; elastan; poliestere; poliammide; alcantara; lurex.

Tipi di tessuto per abbigliamento: come scegliere quello giusto?

Scegliere tra i tanti tipi di tessuti per abbigliamento quello giusto per le proprie esigenze e per l’utilizzo che se ne farà, significa prendere in considerazione diverse caratteristiche tra cui lo spessore, la morbidezza, l’elasticità, la resistenza alla formazione di pieghe e la praticità nel lavaggio. Tutte queste qualità, generalmente, si possono verificare conoscendo bene la tipologia delle fibre che stanno alla base del tessuto e, come si suol dire “toccandolo con mano”.

Anche la stagionalità è sicuramente uno dei criteri più importanti che orientano verso la scelta di un tessuto piuttosto che un altro: nel mondo del tessile, ci sono infatti tessuti più adatti per capi invernali e altri per la stagione estiva.

Cosa stiamo cercando? Un tessuto che tenga caldo o fresco? Dall’aspetto più elegante o sportivo? Sono queste le domande preliminari da farsi prima di acquistare un capo d’abbigliamento.

Ad esempio, il cotone, il più conosciuto tra i tessuti derivanti da fibre vegetali, è composto al 95% di cellulosa: è dunque un tessuto leggero e morbido, qualità che lo rendono senz’altro uno tra i tessuti più utilizzati in percentuale nelle applicazioni presenti in commercio. Tuttavia è anche poco elastico, e perciò soggetto all’usura: sono perlopiù i lavaggi frequenti e l’esposizione al sole a sgualcire il tessuto di cotone. Ne risulta che il cotone è un tessuto da prediligere in estate ma poco adatto ad essere utilizzato in un contesto sportivo e dinamico, dove saranno necessarie ben altre caratteristiche.

Approfondiamo il discorso, a tal proposito, presentando le fibre sintetiche impiegate per l’abbigliamento tecnico da Jersey Lomellina.

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Il cotone, il più conosciuto tra i tessuti derivanti da fibre vegetali, è composto al 95% di cellulosa: è dunque un tessuto leggero e morbido.

Elastomero, Poliestere e poliammide: differenze e caratteristiche

Passando dunque alla fibre sintetiche impiegate da Jersey Lomellina, parliamo di due tra i tessuti più utilizzati nell’industria tessile moderna, per lo sport, il bagno ed ora anche il fashion: poliestere e poliammide.

Partiamo dalla differenza tra tessuti in poliestere ed in poliammide. Molto spesso vengono erroneamente interscambiati. La poliammide è un tessuto sintetico prodotto dalla lavorazione di materie plastiche e sostanze organiche; fu brevettato negli anni ‘30 dalla ormai famosa azienda americana Du Pont e conosciuto ai più con il nome di Nylon. Quindi sì, poliammide e nylon sono la stessa cosa.

Che tessuto è la poliammide? La poliammide ha una mano più nobile e sofisticata rispetto al poliestere, e lo si nota anche dalla resa colore delle tinte unite più brillanti. Il poliestere è una fibra versatile usata spessissimo come base di stampa e famosa per la sua igroscopicità, è la capacità di un tessuto o di una fibra di assorbire prontamente le molecole d’acqua.

Poliestere e poliammide usano processi di tintura e coloranti differenti.

L’elastomero è l’ingrediente perfetto per conferire ai tessuti elasticità, comfort e perfetta vestibilità.

Merita una menzione a sé anche il polipropilene, protagonista indiscusso nei capi di maglieria tecnica per il suo basso fattore di assorbimento dei liquidi e la capacità di allontanare velocemente il sudore dalla pelle. Insomma, il polipropilene è una fibra nota per regalare sensazioni di calore e di asciutto nonché il tessuto più adatto ad essere indossato come base layer, primo strato a diretto contatto con la pelle.

Jersey Lomellina scrive la sua storia fin dagli anni ‘70, affermandosi come azienda pionieristica e leader italiana della produzione di tessuti indemagliabili elasticizzati per i costumi da bagno, l’intimo, l’abbigliamento sportivo e il tempo libero. Tradizione e futuro.